LEGGENDE SUL PETTIROSSO

Stagione questa in cui è frequente vedere nelle nostre zone di pianura dei pettirossi. Anche nel mio prato ogni mattina, zampetta un simpatico pettirosso cicciottello, che non ha paura ad avvicinarsi, perciò mi permette di osservarlo meglio: piccolo ma affascinante, col suo petto rosso, che spicca anche nelle giornate più nuvolose o nebbiose. Ci sono 2 leggende che riguardano il pettirosso, entrambi significative. Natale– Gesù era nato da poco. Mentre il bue e l’asinello lo riscaldavano con il calore dei loro corpi, Giuseppe accese un fuoco con i ramoscelli e gli sterpi che trovò. Nella stalla si era rintanato anche un uccellino dalle piume scolorite e il petto chiaro. Era giovane e non aveva ancora un nome.

Nella notte, quando tutti stavano dormendo, l’uccellino si accorse che il fuoco stava per spegnersi e sbattendo le ali lo riattizzò. Al mattino si accorse che al centro del suo petto aveva una macchia rossa, come il fuoco che aveva alimentato nella notte. Era il fuoco dell’amore e dell’impegno e da allora l’uccellino si chiamò pettirosso. Pasqua-Quando il Signore creò il pettirosso, lo ricoprì di piume grigie e marroni. L’uccellino non capiva il significato del suo nome, ammirava molti suoi simili dai colori vivaci, soffriva per i suoi colori spenti. Chiese spiegazioni a Dio, che gli rispose che in futuro avrebbe capito.  Un giorno volò dalle parti del Golgota e vide 3 uomini crocefissi. Volteggiò sopra le croci, per capire se poteva in qualche modo alleviare le loro sofferenze. L’uomo al centro, con la corona di spine in testa, aveva il volto sanguinante. Non sapeva che fosse Gesù, ma pieno di compassione si avvicinò in volo alla corona di spine, le afferrò e le tolse una dopo l’altra col becco. Nell’estrarre l’ultima spina, un fiotto di sangue gli tinse di rosso il petto. Andò al fiume per lavarsi, ma il rosso rimase, in segno del suo coraggio e compassione, così poté volare felice fra gli altri uccelli colorati. Metafora di queste due leggende è che i buoni sentimenti e le azioni amorevoli ripagano sempre.

Ornella Olfi