STÀ ‘N PÉ ‘NTAT CHE TA ÈNDE
Simpatico questo modo di dire, non traducibile letteralmente, detto di oggetti aggiustati alla buona, pertanto non perfettamente, che proprio per questo è evidente possano resistere solo per poco.. Il riferimento più incisivo, è forse quello rivolto a persone che non godono di buona salute, a prima vista in condizioni più adatte a riposare in un letto piuttosto che stare in piedi. Si può dire anche ironicamente a chi per futili motivi sembra avere poco equilibrio, fisico o mentale! E di questi tempi non si fa fatica a trovarne, di motivi e di persone con gravi problemi di equilibrio, da chi ci dovrebbe tutelare in tutti i sensi e che invece sta facendo morire economicamente e psicologicamente ciò che generazioni hanno costruito con fatica e sacrifici, oltre a calpestare libertà sacrosante! Chi riuscirà a “stà èn pé in tutti i sensi??” È uno dei detti che vanno scomparendo e ricordarlo non è solo questione di nostalgia, ma desiderio di voler tramandare saggezza popolare di molti che, fino a qualche decennio fa, pur non avendo conseguito importanti titoli di studio, “studiava” e imparava presto nella scuola della vita. Gli insegnanti erano i nonni, i genitori, le difficoltà da superare nel quotidiano, che affinavano intelligenza, astuzia, ingegno. Se vogliamo fare paragoni con i problemi attuali, ci rendiamo conto che, pur in condizioni poco stabili, stavano in piedi meglio di noi. Avevano sogni nel cassetto e ambizioni, che cercavano di realizzare con grandi difficoltà. Da un lato avevano un futuro con prospettive più ottimistiche, dall’altro sapevano anche accontentarsi del poco, condividendolo con chi stava peggio.
Ornella Olfi