IANUA COELI
Ianua celi. In latino: “porta del cielo”. Da piccolo, le mie nonne recitavano il Rosario. Tutte le sere. Immancabilmente. Non c’era verso. Prima di uscire, zii e zie dovevano pagare la tassa. Era un momento di partecipazione e di comunità. Oltre l’aspetto religioso. Sparito con la secolarizzazione. Al termine, arrivava l’interminabile sequela delle litanie. Virgo potens, Virgo honorabilis, Mater divinae misericordiae…recitavano le nonne. Noi rispondevamo :”ora pro nobis”. Immancabile il famoso “Santa Maria mater Dei”. La risposta cambiava, dal latino al dialetto bresciano, e diventava “caet le scarpe e metèt i söpei”. Non capivo, invece cosa significasse quel “Ianua Coeli”. Alle medie studiando il latino, ho cominciato ad intendere, dapprima, il significato letterale. Poi, nel tempo, ho percepito la finezza del significato traslato. Ianua deriva da Ianus, il dio latino che conosciamo col nome di Giano. Rappresentato con due teste contrapposte. Che lo rappresentano come dio del futuro e del passato. Il mese di gennaio, dedicato a Giano, guarda all’anno appena passato ed apre, al tempo stesso, al nuovo anno. Questo nel significato più elevato. In termini decisamente meno elevati, Giano è simbolo della doppiezza, dei comportamenti contradditori. Da qui è molto semplice scivolare nella politica. Ricchissima fonte di personaggi ed episodi.
Nella seconda metà dell’ ‘800 ci fu la stagione del trasformismo. Il Leopoldo Fregoli, della politica italiana, fu Agostino de Pretis, primo ministro in grado di costruire alleanze variabili. Più bravo, di lui, probabilmente, fu Giovanni Giolitti. Spregiudicato, al punto che Gaetano Salvemini lo bollò come “ministro della malavita”. Di fronte ai risultati, un altro grande conoscitore dei suoi tempi, Giovanni Ansaldo, lo definì “il ministro della buona vita”. Nel 1882, per vendicarsi dello “scippo” della Tunisia, l’Italia volse le spalle alla Francia ed all’Inghilterra per allearsi alla Germania ed all’Austria, sua acerrima nemica risorgimentale. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’Italia ribaltò di nuovo l’alleanza. Alleata della Germania, nella Seconda Guerra Mondiale, l’Italia rigirò l’alleanza nel settembre 1943. Casistica infinita. Saltando ai nostri giorni, chi segue minimamente la cronaca politica, ricorderà le famose parole di Matteo Renzi al premier Gentiloni :”Stai tranquillo, Paolo!”. Difatti, “tranquillamente”, Paolo Gentiloni fu freddato “dall’amico” Matteo Renzi. Guardando all’attualità, non occorre scomodare troppo la memoria per ricordare Beppe Grillo e la sua furia contro tutta la politica. Per, poi, prima allearsi con la lega di Salvini e, poi, ribaltare tutto accordandosi con quel PD che lui aveva insultato ripetutamente, a sangue, nella persona del segretario Bersani. Non mancano giravoltisti in casa nostra. Piccoli pesciolini, della dimensione dei Razzi e dei Scilipoti. Ianua Coeli, ora pro nobis!
Dino Ferronato