Il mio ricordo di Esterino

In molti hanno ricordato, in questi giorni, Giovanni Alberti, da tutti conosciuto come Esterino. Oltre ad essere da molti anni titolare della storica Ferramenta in Piazza Treccani, aperta dai genitori nel 1956, è stato un nostro concittadino stimato e apprezzato per le iniziative sociali e culturali a cui ha dato vita o di cui è stato grande partecipe, per la comunità civile e religiosa. Personalmente  solo negli ultimi anni ho avuto occasione di approfondire un po’ la sua conoscenza e apprezzare la sua preparazione sia in campo letterario, soprattutto dialettale, sia come storico della città e grande conoscitore, per esempio, della coltura del baco da seta. Ho un emozionante ricordo della cerimonia di premiazione, nel maggio 2015, del Concorso Letterario “Ta ricordet i temp èndré” organizzato dal Comune, in Sala Consiliare, dove dopo la lettura del verdetto stilato dalla Giuria di cui faceva parte, fu lui a premiarmi e a complimentarsi con me, con parole sentite, non di circostanza.

Durante il maggio monteclarense, nel 2016, visitando l’esposizione di foto storiche monte clarensi e di materiale vario esposto nel giardino della sua villa, con meravigliosa vista sul Castello e sul Duomo, mi spiegò con passione e competenza la storia della coltivazione del baco da seta, decenni fa molto diffusa, soprattutto per merito di donne e bambini, che li allevavano per arrotondare le misere entrate familiari. Mi raccontò che aveva trovato nel solaio di casa sua una “bigattiera”, cioè un’incubatrice di bachi da seta, da lui poi restaurata, esemplare unico fin oltre i confini bresciani, che mostrava con orgoglio spiegando molti dettagli su questo tema. Inoltre nel 2019, incaricata di intervistarlo per la pubblicazione da parte del Comune del libro dedicato al commercio, già in carrozzella a seguito del tremendo incidente stradale del 2016, ho percepito il suo grande amore per la storia dell’attività ereditata dai genitori, che ha portato avanti, ampliandola, con la preziosa collaborazione della moglie Anna Maria e delle figlie Desirée e Odette, delle quali parlava con palese orgoglio. Sono solo alcuni frammenti che testimoniano i suoi molteplici interessi, coltivati nel corso degli anni ed entrati nella storia locale. Dalla sua postazione, seduto fuori dal negozio, ha visto scorrere decenni di vita di Montichiari, all’ombra del campanile, tra cambiamenti epocali, tradizioni, abitudini di vita di una città che ha mantenuto sotto molti aspetti la cultura paesana, nel suo miglior significato. Chiacchiere con amici e conoscenti, partecipazione ad eventi tristi o al chiasso allegro del mercato..ottimo osservatore, ha saputo cogliere aspetti curiosi, interessanti e talvolta nascosti della nostra città e di noi monte clarensi.

Ornella Olfi